Il programma della stagione 2018-2019 è incentrato sulla figura di Gioacchino Rossini (1792-1868).

Nato alla fine del XVIII secolo e divenuto famoso giovanissimo, continuò e rinnovò la tradizione del melodramma settecentesco facendolo diventare il genere che tutti conosciamo. Se il suo belcantismo e le sue celeberrime ouverture sono elementi che vengono dall’epoca di Scarlatti, Haendel e Porpora, con Rossini e con i suoi successori acquistano tuttavia nuova vita e nuova funzione all’interno dell’opera romantica, genere che resta di intrattenimento ma che sempre più diventa linguaggio musicale specifico e autonomo, soprattutto in Italia.

Il suo successo fu tale che resistette a guerre, cambi di regime e di forme di governo, rivoluzioni e restaurazioni, unificazioni e annessioni, cambi di lingua e gusto. La sua musica rimase in repertorio per tutto l’Ottocento, come aveva profeticamente annunciato Beethoven nel celebre (e dubbio) incontro con Rossini del 1822: “Mi congratulo con lei, Il Barbiere di Siviglia è una eccellente opera buffa che ho letto con piacere e che durerà fin che esisterà l’opera italiana”.

Nonostante il successo precoce e l’altrettanto precoce ritiro dalle scene, Rossini non cadde in oblio: la sua musica, i suoi crescendo, il suo giudizio tagliente, la sua amicizia condizionarono e influenzarono tutta la musica a lui contemporanea, per la quale nutrì sempre una curiosità viva e attenta.

Nei quattro concerti a lui dedicati vengono dunque proposte le musiche di Mozart e Haydn, da cui lo stile rossiniano prende le mosse, ma anche brani di Paganini, di Schubert, di Verdi e di quei compositori che si confrontarono con i temi e il gusto italiano di Rossini così come di Beethoven e di Bach, con cui il maestro di Pesaro si confrontò in tarda età: “Se Beethoven è un prodigio tra gli uomini, Bach è un miracolo di Dio”, disse infatti nel 1860 a Wagner, giunto a Parigi per cercare di far rappresentare la sua musica.

Nel lungo elenco di “grandi artisti il cui nome è stato poi adoperato come anatema dai loro immediati successori”, Stendhal - biografo di Napoleone ma anche di Rossini - inserisce Porpora, il compositore napoletano maestro di Haydn e la cui fama e il cui stile furono presto offuscati da Galuppi e Pergolesi.

Accanto al sesquicentenario della morte di Rossini, vengono dunque ricordati i 250 anni della morte di Nicolò Porpora con un concerto barocco, in collaborazione con Gli Adriarmonici. La musica di Porpora entusiasmò l’Europa per molti anni, senza tuttavia garantire al compositore la dovuta serenità finanziaria in vita e fama postuma.

Come di consueto, Ensemble Vocale Harmonia Cordis integra la Stagione con due momenti più liturgici legati ai periodi di Avvento 2018 e Quaresima 2019, così da dare a Rossini il suo giusto posto tra i veri eroi dell’Arte: “come Palestrina, Bach e Mozart appartengono alla loro epoca, Rossini appartiene alla sua”, scrisse infatti Wagner nel 1868.

Luca Vonella