DOMENICA 16 NOVEMBRE 2025, ore 20.30
MUSICA AL TEMPO DI QUANTZ
Brani di W.A. Mozart, P. Porro, G.P. Telemann, F.J. Haydn, J. Stamitz
SINFONIA IN LA MAGGIORE
per due oboi, due flauti, due violini, viola e basso continuo
I. Allegro assai – II. Andante – III. Presto
DIVERTISSEMENT in Mi minore
per violino, chitarra, viola e contrabbasso
I.Allegro non tanto – II.Tempo di Minué non troppo allegro
SINFONIA IN SOL MAGGIORE
per due oboi, due violini, viola e basso continuo
I.Andante moderato – II.Allegro molto – III. Tempo di Menuet
SONATA A QUATTRO IN DO MAGGIORE
per quattro violini senza continuo
I. Grave – II. Allegro – III. Largo e staccato – IV. Allegro
Johann Joachim Quantz (1697-1773)
TRIO-SONATA IN FA MINORE
In forma di concerto grosso per due flauti, due violini e basso continuo
I.Adagio – II.Allegro – III.Largo – IV. Allegro ma non troppo
ENSEMBLE HORNPIPE
Violino e concertazione: Valentina Ghirardani
Chitarra: Alberto Pola
Flauti: Clarice Zdanski, Alessandra Bombelli
Oboi: Tracie MacKenzie, Silvia Canavero
Violini: Ernesta Gandini, Silvia Canavero, Eric Confalonieri
Viola: Luca Vonella
Contrabbasso: Giuseppe Barbareschi
Basso continuo: Adriana ArmaroliBasilica di S. Calimero, Milano.
INGRESSO LIBERO
Nel capitolo XVIII del suo Saggio sul metodo per imparare a suonare il flauto traverso, strumento che in quei decenni si stava perfezionando per arrivare a sostituire totalmente il flauto dritto, Quantz ci spiega «Come bisogna giudicare un musicista e un brano musicale».
Non c’è un’arte più soggetta al giudizio che la Musica e sembra che non ci sia niente di più facile che giudicarlo. Non solo i musicisti, ma tutti coloro che si ritengono intenditori e che vogliono essere ritenuti giudici esperti di quello che ascoltano.
Sulla composizione in particolare, il pubblico non ama sentirsi in difetto e tuttavia teme di non avere gli strumenti per giudicare – ci dice. «È per questo che per lo più si domanda in principio ‘di chi è questo brano’ per potersi regolare sul giudizio da esprimere. Se è di un autore al quale si è già votato il proprio plauso, la si dichiara belle senza esitazione. Se invece è di un autore verso il quale si è prevenuti, si conclude in fretta che il brano non vale nulla.»
Quantz ci lancia una sfida, che vogliamo cogliere a quasi tre secoli dalla prima pubblicazione del suo manuale, uscito in tedesco nel 1752 e ripubblicato nl 1780 e successivamente e di cui esistono traduzioni in francese e olandese e una bozza di padre Giovanni Battista Martini per una coeva edizione italiana.
Per convincersi di questa verità, non occorre che eseguire due brani, di egual qualità sotto il nome di due diversi autori, l’uno assai famoso, l’altro men; l’inconsistenza del giudizio del pubblico verrà subito smascherata.
Ci siamo dunque permessi di scegliere brani che Quantz avrebbe potuto ascoltare nella sua vita e a presentarli senza il nome dell’autore che li ha composti, cercando di comporre delle note di sala che vi diano degli indizi e che vi consentano, se lo vorrete, di esprimere il vostro giudizio e magari di azzardare il nome dell’autore.
In questo modo, oltre a una esperienza più coinvolgente, vogliamo portare avanti il messaggio che coltiviamo dall’inizio della nostra esperienza di preparare una stagione musicale, ovvero interessare e riportare alla luce brani e autori che senza necessariamente avere l’omogeneità stilistica e qualitativa dei grandi autori, hanno tuttavia lasciato pagine interessanti a cui la sorte ha tolto poi quella luce che potevano avere al loro tempo ma che oggi li esclude dai programmi di molte stagioni di concerti.
Chiuderà il concerto un Trio di J. Quantz in forma di concerto grosso.