Stagione 2008-2009 - LE CAPITALI DELLA MUSICA EUROPEA

Sfogliando una partitura si pone spesso attenzione all’autore, alla sua nazionalità, alla sua data di nascita, ma difficilmente si osserva con la giusta cura l’editore e il luogo di pubblicazione, soprattutto in questi tempi di globalizzazione in cui tutto sembra accessibile in qualunque parte del mondo. Eppure, a partire dall’invenzione della stampa, il ruolo e il peso dell’editoria nello sviluppo della cultura musicale è stato significativo, soprattutto in assenza di mezzi di registrazione e riproduzione.
Il primo nucleo di sviluppo dell’editoria musicale fu Venezia, all’inizio del ‘500: i suoi editori potevano contare su un sistema commerciale già sviluppato e internazionale, e la loro tecnica fu sin dall’inizio riconosciuta come eccellente. Fu così che la musica pubblicata da Petrucci e da Gardano diffuse in tutta Europa lo stile di Cipriano de Rore e di Willaert, dei Gabrieli e di Monteverdi. Venezia, la prima delle capitali dell’editoria, conservò il suo prestigio musicale per tutto il ‘600 e il ‘700 grazie a un pubblico esigente, alle presenza di dodici teatri d’opera, all’attenzione che i nobili e i mercanti dell’epoca diedero alla musica (anche in occasione di feste e intrattenimenti) e all’educazione musicale, sia privata (Tommaso Albinoni, Alessandro e Benedetto Marcello furono compositori stimati e noti, pur considerandosi “dilettanti”) sia pubblica. Vivaldi, Porpora, Hasse, Sacchini insegnarono infatti nei numerosi collegi veneziani, e nelle cappelle musicali della Serenissima si formarono compositori come Galuppi e Caldara.
L’epoca d’oro dell’editoria veneziana volse al tramonto verso la fine del XVIII secolo, quando Walsh e Roger-Le fecero rispettivamente di Londra e Amsterdam centri primari di diffusione della musica a stampa: entrambi gli editori non diedero diffusione internazionale ai musicisti locali, ma predilessero la promozione e la pubblicazione dei migliori musicisti di tutta Europa (Haendel, Bononcini, Vivaldi, Geminiani, Locatelli e molti altri). Tuttavia, la vita musicale londinese fu arricchita anche da numerosi compositori nati sul suolo inglese o ivi naturalizzati, dei quali proponiamo alcune opere di raro ascolto ma esemplari del gusto locale durante il XVIII secolo, insieme ad un brano, l’Ouverture da Agrippina, scritto per i teatri veneziani, ma pubblicato per la prima volta sul suolo inglese da Arnold, musicista ed editore che a partire dal 1787 iniziò la pubblicazione dell’integrale delle opere di Haendel.
Tra la fine del XVII secolo e la prima metà del ‘700, il “Centro Commerciale Libraio tedesco” fu trasferito da Francoforte sul Meno a Lipsia dove nacquero in quell’epoca le edizioni Breitkopf, divenute poi Breitkopf & Härtel e seguite sul finire del secolo XVIII dalla nascita di C. F. Peters ad opera di F. A. Hoffmeister e A. Kühnel: pur se J. S. Bach non pubblicò che pochissime delle sue opere, è alle edizioni B&H che dobbiamo la pubblicazione della Bach-Gesellshaft e ad entrambe le case editrici il recupero di molte delle opere dei figli di Bach.
Sul finire del ‘700, tuttavia, i luoghi di maggiore innovazione musicale divennero senz’altro Vienna, Parigi e Milano, non a caso le tappe dei viaggi del giovanissimo Mozart.
Dall’Austria (Vienna e Salisburgo) e dalla Germania (Mannheim, Berlino), si diffuse in tutta Europa il nuovo stile classico, anche attraverso le edizioni musicali di Imbault, Artaria, Diabelli, Mollo e di due dei più importanti editori-compositori dell’epoca, Franz Hoffmeister e Ignace Pleyel.
Il primo visse a Vienna per gran parte della sua vita, includendo nel suo catalogo sia sue opere, sia opere di Haydn, Mozart e Beethoven; il secondo, austriaco di nascita, si trasferì a Parigi durante gli anni della Rivoluzione, operando come compositore, editore e costruttore di pianoforti.
Milano, austriaca prima e dopo la breve parentesi napoleonica, fu caratterizzata nel Settecento da un autentico rigoglio di musica strumentale, in forme e modi autonomi rispetto alle principali capitali europee pur essendo, grazie al prestigio del suo Teatro Regio Ducale, in continuo rapporto con Venezia e Vienna. Commissioni operistiche furono assegnate a B. Galuppi, J. A. Hasse, F. Holzbauer, F. L. Gassmann, J. Chr. Bach, mentre i musicisti del Teatro Regio erano spesso chiamati da accademie private, case nobiliari e cappelle musicali di chiese e conventi: tale era l’interesse nei confronti della musica che nel 1758, sotto la guida di Giovanni Battista Sammartini, fu istituita l’Accademia Filarmonica, gruppo strumentale composto da amatori associati con l’obbligo di esecuzione e composizione dei brani proposti.
Fu tuttavia Eugenio Napoleone, Viceré d’Italia, a istituire il Conservatorio di Musica nella sua attuale sede, rifornendolo di un primo fondo librario e assumendo come insegnanti i migliori musicisti presenti a Milano in quegli anni (Asioli, Rolla, Pollini). Il Conservatorio, oltre a preparare i musicisti per i teatri, le cappelle superstiti e le accademie, fu catalizzatore di una intensa vita musicale in cui allievi, maestri, dilettanti, ospiti illustri (Thalberg, Listz, Rossini) ed editori si riunivano per proporre sia opere nuove, sia scoperte di opere strumentali classiche a casa (per esempio) dei conti Branca, Litta, del conte Castelbarco, del conte Lichtenthal, questi ultimi a loro volta musicisti per diletto.
La trasformazione di queste accademie in veri e propri concerti, con locandine e artisti di vaglio, avvenne per opera degli editori Ricordi e Lucca, che proprio in quegli anni pubblicarono i primi importanti periodici di informazione musicale, stamparono spartiti d’opera e riduzioni per il consumo cameristico e promossero la nascita della Società del Quartetto per la diffusione della musica da camera e poi sinfonica.
Analogamente Parigi, dopo la scomparsa di Versailles come centro della vita di corte, vide il Conservatorio (fondato nel 1795) divenire luogo di diffusione della musica tramite la nascita della “Société des Concerts du Conservatoire” (1828) e della “Société des jeunes artistes du Conservatoire” (1852), e di molte altre iniziative analoghe: nel 1873 l’editore Hartmann fondò il “Concert national”, che promosse la rinascita di una scuola sinfonica francese (Bizet, Saint-Saens, Massenet) e che fu seguita a breve dai “Noveaux Concerts” di Charles Lamoureux, nati per diffondere in Francia la musica di Wagner e dei wagneriani V. D’Indy e G. Fauré.
La musica di Claude Debussy, e in particolare il suo Prelude, fu eseguita più volte all’interno dei programmi proposti da Camille Chevillard, direttore dei “Concerts Lamoureux” e da Eduard Colonne, proprietario dei “Concert national”. L’eco di novità introdotte da Debussy in questo suo breve poema sinfonico furono tali che di lì a pochi anni Schönberg fece preparare a Vienna da uno dei suoi allievi una versione da camera del Prelude, affinché potesse essere eseguita nel contesto dei concerti privati che coordinava per favorire la conoscenza della musica contemporanea.
Di quegli stessi anni e dedicati alle medesime occasioni sono l’Andante per arpa e archi (forse la prima opera di Schönberg) e i 10 Waltzer, entrambi precedenti la sua svolta atonale e poi dodecafonica.
La Seconda Scuola di Vienna fu invece piuttosto ignorata in Francia per la prima metà del ‘900, così come in molte nazioni europee la cui editoria fu in quegli anni ancora tesa a sviluppare e diffondere le opere dei musicisti “nazionali” viventi o delle glorie passate.
La vocazione internazionale di alcuni editori londinesi si pose dunque come una vera novità nel panorama europeo: il crescente prestigio delle istituzioni musicali britanniche e la passione con la quale la borghesia seguiva e apprezzava i concerti (nel 1851, Berlioz scrisse “non esiste città al mondo che consumi tanta musica come Londra”) portò inoltre alla nascita di nuove realtà concertistiche e musicali che seppero attirare l’attenzione dei più grandi compositori del tardo XIX secolo e del nascente XX.
Fu così che molti musicisti tra i quali Stravinskji e Prokof’ev pubblicarono proprio a Londra numerose opere, presso le case editrici che nel frattempo (grazie anche alla straordinaria diffusione mondiale dei prodotti dell’Impero Britannico) si erano andate affermando con cataloghi sempre più vasti.
 

8 Novembre 2008 – Basilica di S.Nazaro in Brolo
Venezia nel XVIII secolo

Dir. Carlo Goldstein
A.Marcello Concerto in Fa maggiore per due flauti, violoncello, archi e continuo
A.Caldara Sonata a quattro III in Sib maggiore per archi e continuo
B.Galuppi Concerto a quattro in Do minore
T.Albinoni Introduzione seconda a 5 in Re minore
A.Vivaldi Concerto per molti strumenti
 
24 Gennaio 2009 – Basilica di S.Calimero
Lipsia nel XVIII secolo: Breitkopf & Härtel e C.F.Peters

Dir. Carlo Goldstein
G.P.Telemann (Magdeburgo,1681-Amburgo,1767)
Wassermusik Suite per orchestra (1723)
W.F.Bach (Weimar, 1710 – Berlino,1784)
Sinfonia in Re minore F64 (1746-1764)
M.Reger ( Brand,1873 – Lipsia, 1916)
Lyrisches Andante (Liebestraum) per archi (1898)
J.S.Bach (Eisenach,1685 – Lipsia, 1685)
Concerto per violini, archi e continuo BVW 1041 (1717-1723)
 
26 Aprile 2009 - POLITEATRO PARROCCHIALE
Vienna, Parigi, Milano tra ‘700 e ‘800: Hoffmeister e Pleyel, autori ed editori

Flauto: Maximiliano Ribichini
Violino: Valentina Ghirardani
Viola: Luca Vonella
 
F.A.Hoffmeister (Vienna, 1754 -1812)
Duetto per flauto e viola in Re Maggiore n°2 (Hoffmeister, 1789-1790)
I.Pleyel (Ruppensthal, 1757- Parigi, 1831)
Duetto in Do minore per violino e viola Op.30 n°3 (Pleyel, 1795?)
Anon. (Ricordi, 1830-1831)
Terzetto “Vivi tu te ne scongiuro” per flauto, violino e viola
dall’omonima aria da “Anna Bolena” di G.Donizetti (Milano, Teatro Carcano 26 dicembre 1830)
 
9 Maggio 2009 – Basilica di S.Calimero
Parigi e Vienna Fin de siècle

Dir. Carlo Goldstein
C.Saint-Saens
Prelude da Le Deluge per quartetto d’archi e archi (Ed.Durand, 1876)
A.Schönberg
10 Walzer per orchestra d’archi (man.)
Andante per arpa e archi (man.)
Claude Debussy
Prelude à l’après-midi d’un faune
(rev. sotto gli auspici di A.Schönberg per flauto, oboe, clarinetto, harmonium, pianoforte, arpa e archi )
Danses sacrée et profane per arpa e archi (Ed.Durand, 1904)
 
30 Maggio 2009 - Basilica di S. Calimero
Milano 1609-2009: pagine di vita musicale milanese

Ensemble Hornpipe (Solista e concertazione : M.Righini) – Ensemble Harmonia Cordis (Dir. G.Comerci)
 
Deus Creator omnium
Ambrosiano alternatim polifonia a 4 voci miste (Anonimo, Duomo di Milano - XIV sec.)
Ave verum corpus
Antifona gregoriana. Polifonia a 3 voci miste di Josquin Desprez (1450? –Condé- sur-l’escaut, 1521)
Jachet van Berchem (Berchem,1505 –Monopoli, 1567?)
O Jesu Christe Mottetto a 4 voci miste
Orlando di Lasso (Mons,1532 –Monaco di Baviera, 1594)
Justus es Domine
Mottetto a 3 voci miste
Lodovico Grossi da Viadana (Viadana, 1564 - Reggio Emilia, 1645)
da Cento Canti Ecclesiastici a 1, 2, 3 e 4 voci con il Basso continuo per sonar nell´Organo (Venezia, 1602)
Salve Regina a 2 voci e basso continuo
Antonio Vivaldi (Venezia, 1678 – Vienna, 1741)
Concerto per viola d’amore, due violini, viola e basso continuo (Ricordi, 1947)
Girolamo Frescobaldi (Ferrara,1583 - Roma,1643)
Recercar
con obligo di cantare la quinta parte senza toccarla (Roma, 1615)
Giovan Battista Sammartini (Milano 1695-1750)
Sonata in Re maggiore per flauto, archi e continuo (Locarno, 1951)
Alessandro Rolla (Pavia, 1757 - Milano, 1840)
Sinfonia in Mi per quintetto d’archi (trascr. di F.Tasca) (man.)
Giulio Ricordi (Milano, 1840-1912)
Enivrement !.. Impromptu per archi ( Ricordi, Milano, 1917. Orch.L.Mugnone)
Ernesto Cavallini (Milano, 1807 -1874)
Adagio e tarantella per clarinetto e archi (Canti, Milano, 1860. Orch. L.Vonella)