FORME IDEALI ED EVOCAZIONI POETICHE 

Quando nel 1854 fu pubblicato il saggio Il bello musicale del giovane Eduard Hanslik, la reazione dei social dell’epoca – salotti, giornali e intellettuali – fu enorme e spietata: Richard Wagner, sentitosi attaccato in prima persona, ipotizzò nella sua opera I cantori di Norimberga di chiamare proprio Hans Lick il segretario pedante per sbeffeggiare il giovane filosofo.
Il messaggio principale del saggio , ancora oggi citato dalla critica e dalla storia della musica, è che non si può giudicare la qualità - e quindi la bellezza – di un brano da caratteri soggettivi come l’emozione e il sentimento che una data musica risveglia in ciascuno – o nelle maggior parte degli ascoltatori – ma da caratteri oggettivi come la forma e il materiale, l’armonia e la composizione.
“In qual modo la musica possa darci belle forme senza il contenuto di un determinato sentimento, ce lo mostra alla lontana già un ramo dell’ornamentazione nell’arte figurativa: l’arabesco. Noi vediamo linee curve, che ora s’abbassano dolcemente, ora audacemente s’innalzano, s’incontrano e s’allontanano, si corrispondono in archi piccoli e grandi, sono apparentemente incommensurabili, ma sempre ben proporzionate, si contrappongono o si fanno riscontro: insieme di piccole unità singole che pure costituisce un tutto. Ora immaginiamo un arabesco on morto ed immobile ma che nasca davanti ai nostri occhi in una continua autoformazione: […]questa impressione non ricorderà in un certo modo quella musicale?”
Ragione e forma contrapposte a emozione e sentimento: chi è il vero protagonista della musica?
Hanslick non poteva immaginare che l’avvento del cinema avrebbe inevitabilmente fatto prevalere nella maggior parte del pubblico la convinzione che una bella musica è una musica che sa emozionare, indipendentemente dalla qualità con cui questa emozione è costruita a tavolino, arrivando a considerare anche l’emozione e il sentimento del compositore come parte integrante del dialogo tra creatore e fruitore – mediata dalla presenza dell’interprete.
Nel suo saggio ammette che la musica ha un contenuto emozionale forte e soggettivo e proprio nella capacità della musica, di qualunque musica, di parlare al cuore del singolo e in modo diretto e individuale si basa la fortuna della musica al giorno d’oggi; tuttavia questo sentimento non può essere lo strumento di una indagine estetica.
Hanslick è molto critico anche nei confronti della rappresentazione musicale: come può un’arte fatta di linee astratte, variamente colorate, di armonie, di “oggetti” impalpabili, “dipingere” la realtà, le stagioni, l’acqua, il mare, la tempesta?
“Il pittore è indotto da un bel paesaggio, da un gruppo, da una poesia, a rappresentare artisticamente quel che gli si offre. […] Ma il musicista, davanti a quel fenomeno naturale può mai esclamare: questo è un magnifico modello per un’ouverture o per una sinfonia? Il compositore non può trasformare niente; deve creare tutto. […]  Si citeranno esempi, dai quali risulta che alcuni compositori non soltanto hanno attinto dalla natura lo spunto poetico ma imitato direttamente veri e propri fenomeni sonori naturali. Ma per quanto noi «udiamo» queste imitazioni, esse tuttavia non hanno un significato musicale, ma poetico.”
In questa stagione 2016-2017 cercheremo di dare una risposta oggettiva, proponendo brani di autori che hanno creduto nella capacità della musica di rappresentare e brani di autori (qualche volta gli stessi!) che invece hanno preferito forme pure e astratte: a partire dai tempi prima di Hanslick, da Rebel da Rameau, dalla polifonia sacra rinascimentale – che seppur dotata di testo rappresenta senza dubbio l’emblema dell’astrazione, della purezza di linee melodiche che descrivono l’intangibilità del Divino – attraverso Mozart, Beethoven, Haydn e il loro contemporanei, fino a Brahms e Wagner, i due grandi protagonisti della polemica intorno al saggio di Hanslick con due rari brani da camera. Per superare l’Ottocento e arrivare al primo Novecento italiano e francese, quando il titolo diventa indispensabile per ogni brano.
Cosa aggiunge il titolo? Perché diventa così importante nella musica del Novecento? L’emozione dell’ascolto, spiega L.B. Meyer nel suo saggio Emozione e significato della musica del 1956, nasce dal continuo dialogo tra le aspettative e la risposta che i suoni danno alle aspettative stesse, come nell’interazione tra due giocatori di carte che dopo ogni mossa cercano di prevedere le mosse degli altri giocatori e si emozionano se avviene quello che si aspettano o se non avviene. Il titolo, o come nelle Stagioni di Vivaldi il commento “in diretta” , rappresentano una prima e chiara aspettativa.
Fa' ch' ogn' uno tralasci e balli e canti / L' aria che temperata dà piacere, /E la Staggion ch' invita tanti e tanti /D' un dolcissimo sonno al bel godere: cosa ci aspettiamo dopo una simile descrizione?
Una musica lenta, un’armonia statica, una quantità di suono moderata, poca “azione”: e tuttavia Vivaldi aggiunge una notevole dose di dissonanza. E la dissonanza, con suo anelito verso la risoluzione, diviene il motore su cui la musica avanza e di tensione in tensione porta l’ascoltatore verso la conclusione del breve Adagio dell’Autunno. E’ quello che ci aspettiamo quando andiamo a dormire, di essere in continua tensione? Tuttavia, la nostra esperienza dimentica questo aspetto squisitamente musicale a favore dell’atmosfera generale suggerita dal titolo e dalla conoscenza pregressa della musica barocca.
Buon ascolto!
Luca Vonella 

STAGIONE 2016-2017

15 ottobre 2016 NATURA: RAPPRESENTAZIONE E SENTIMENTO
Musiche di J.F. Rebel, J.P. Rameau, G.F. Händel, F.J. Haydn
ENSEMBLE HORNPIPE
Matteo Riboldi, organo
 
26 novembre 2016                       GUERRA E PACE
Musiche di H.Hailein F. H.I. von Biber, J.P. Rameau, J.Kotzwara
ENSEMBLE HORNPIPE
 
Sabato 17 dicembre 2016                   SICUT LILIUM
ENSEMBLE VOCALE HARMONIA CORDIS
diretto da Giuditta Comerci
 
28 gennaio 2017                                       I MISTERI GAUDIOSI
Musiche di Biber, Westhoff
Enrico Mazzuca, violino
Adriana Armaroli, clavicembalo
Beppe Barbareschi, contrabbasso      con Valentina Ghirardani e Teresa Majno


25 febbraio 2017                           BRAHMS E WAGNER
ENSEMBLE HORNPIPE                   Direttore: Kirill Vishnyakov
 
DOMENICA 19 marzo 2017               VEXILLA REGIS
ENSEMBLE VOCALE HARMONIA CORDIS
 
1 aprile 2017                                  SINFONIE A CONFRONTO
Musiche di W.A. Mozart e L.v. Beethoven
ENSEMBLE HORNPIPE
 
6 maggio 2017                                           IL NOVECENTO
Brani di C.SaintSaens L.Sinigaglia, C.Nielsen
ENSEMBLE HORNPIPE
 
Tutti i concerti avranno luogo alle ore 21, presso la Basilica di S. Calimero (Via. S. Calimero 9/11, MILANO)
 
INGRESSO LIBERO

 

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